domenica 10 luglio 2016

Pellegrini con violini, e marketing relazionale




Zaino o bisaccia, bastone, cappello. I pellegrini li riconosci così, se non per il loro incedere per niente frettoloso, a volte stretti ai lati di lingue d'asfalto anche molto trafficati. Nel XX secolo la loro presenza era appannaggio quasi esclusivo del Nord della Spagna, destinazione Santiago de Compostela. Ora che i “cammini storici” sono stati fiutati come asset di sviluppo turistico, capita di vederne sempre più spesso anche in molte località d'Italia: lungo la Francigena, la via di Francesco, la Romea e via camminando.

Molto tempo fa, spesso i viandanti portavano scon loro anche un bagaglio musicale. Erravano per meditare, ma anche per spartire: storie, note, tradizioni canore. Erano i trobadores, il cui spargimento di idiomi ha poi dato luogo alle lingue europee moderne. Pellegrino e saltimbanco o artista da strada spesso coincidevano, e a pensarci appare naturale: de resto, i buskers contemporanei sono o non sono gente che si guadagna il domani saltando da un angolo all'altro del territorio, più o meno vasto che sia?



Riesumo queste conoscenze grazie a Stefano Gagliardi, titolare dell'omonima Galleria d'arte contemporanea a San Gimignano. Dove in questo periodo sono in mostra i pellegrini in terracotta di Stefano Zanni, artista ferrarese, che per dar loro sfumature di colore usa una singolare tecnica a soffio. Ai miei occhi quei pelllegrini appaiono come acrobati o sognatori; mi ricordano quelli visti un paio di estati fa, proprio in piazza della Cisterna a San Gimignano, grazie a Circomondo. E dunque, tout se tiens.

Sul finire, il gallerista mi spiega anche perché non espone diciture sotto alle opere esposte in galleria. E' una sottile tecnica di inbound marketing, o di relazione con il cliente che dir si voglia. Chi la ignora, e ne è curioso, faccia un salto da lui.