Zaino o bisaccia, bastone, cappello. I
pellegrini li riconosci così, se non per il loro incedere per niente
frettoloso, a volte stretti ai lati di lingue d'asfalto anche molto
trafficati. Nel XX secolo la loro presenza era appannaggio quasi
esclusivo del Nord della Spagna, destinazione Santiago de Compostela.
Ora che i “cammini storici” sono stati fiutati come asset di
sviluppo turistico, capita di vederne sempre più spesso anche in
molte località d'Italia: lungo la Francigena, la via di Francesco,
la Romea e via camminando.
Molto tempo fa, spesso i viandanti
portavano scon loro anche un bagaglio musicale. Erravano per
meditare, ma anche per spartire: storie, note, tradizioni canore.
Erano i trobadores, il cui spargimento di idiomi ha poi dato luogo
alle lingue europee moderne. Pellegrino e saltimbanco o artista da
strada spesso coincidevano, e a pensarci appare naturale: de resto, i
buskers contemporanei sono o non sono gente che si guadagna il domani
saltando da un angolo all'altro del territorio, più o meno vasto che
sia?
Riesumo queste conoscenze grazie a
Stefano Gagliardi, titolare dell'omonima Galleria d'arte
contemporanea a San Gimignano. Dove in questo periodo sono in mostra
i pellegrini in terracotta di Stefano Zanni, artista ferrarese, che
per dar loro sfumature di colore usa una singolare tecnica a soffio.
Ai miei occhi quei pelllegrini appaiono come acrobati o sognatori; mi
ricordano quelli visti un paio di estati fa, proprio in piazza della
Cisterna a San Gimignano, grazie a Circomondo. E dunque, tout se
tiens.
Sul finire, il gallerista mi spiega
anche perché non espone diciture sotto alle opere esposte in
galleria. E' una sottile tecnica di inbound marketing, o di relazione
con il cliente che dir si voglia. Chi la ignora, e ne è curioso,
faccia un salto da lui.