lunedì 9 maggio 2016

Smelling London



Se torni a Londra dopo diversi anni e ci rimani per almeno qualche giorno puoi far caso a diverse cose nuove. La vista dal Tamigi è fortemente cambiata, soprattutto in prospettiva est dove si stagliano le erezioni di Piano o Foster. Starbucks lo trovi ovunque, e il fatto che entro l'anno arrivi anche in Italia sembra una conseguenza fisica più che commerciale. Nondimeno, molte costanti si mantengono: il verde dei parchi, la varietà di razze, la densità di giovani italiani che lavorano in negozi, locali o meeting point di bus per gli aeroporti. E l'assortimento di attrazioni, iniziative, occasioni di intrattenimento o approfondimento.

 Cosa ti rimane impresso stavolta, quando riparti qualche giorno dopo? I profumi. Possibile, in una metropoli spesso grigia in cielo, riccamente trafficata (e riscaldata) sopra e sotto terra? Sì, almeno stavolta. La vampa di cucina speziata che ti avvolge scendendo dal bus in Edgware road di fronte ad un ristorante libanese. Il mix globale che annusi al Borough market di sabato, spaziando in pochi metri da padelle etiopi a piastre caraibiche. L'effluvio egiziano del locale sotto Leicester square, che emana da una padella colorata bella e impossibile, alle 5 del pomeriggio. L'odore intimo della bancarella in Covent garden, che espone saponette a forma di torte e di composizioni floreali. L'assortimento chilometrico di fragranze al piano terra di Harrod's. i fiori di St.James park, colorati in primavera come mai nel resto dell'anno. E tutti quei profumi che chissà quanti sono, e solo immagini senza averli provati.



 Certo: London city &neighbours sono anche ricchi di cattivi odori, indubitabile. Stavolta a me sono arrivati più i profumi: casualità. Se non dovesse capitare, get calm & keep sniffing on.