lunedì 20 aprile 2015

Che lunedì d'Egitto!

Un lunedì mattina nell'antico Egitto, con ingresso dal centro di Torino? Possibile, oggi più che mai. Il primo aprile 2015, dopo diversi anni di lavori in corso (senza che ciò ne comportasse la chiusura) ha schiuso le porte al pubblico la nuova versione del ME”, il Museo Egizio di Torino: il secondo al mondo – dopo quello de Il Cairo – per ampiezza e ricchezza di collezione. Un evento per gli appassionati ma anche per il grande pubblico,vista l'affluenza boom durante i giorni che hanno fatto seguito al vernissage: entrandovi di prima mattina, qualche settimana più tardi, dà l'idea di essere al cospetto del leone a riposo, pronto a sfoderare gli 'artigli' in termini di accoglienza e gestione dei flussi di persone quando questi si fanno ingenti, come probabilmente è accaduto anche poche ore prima.



Il bello del lunedì. Ma oggi è lunedì, mattina per di più: le vetrine del centro di Torino che pigramente si aprono ad un bel sole d'aprile, e le persone che ci precedono in fila alla biglietteria che per contarle bastan le dita di una mano. In passato, l'indomani della domenica, questo museo – come la gran parte degli altri – sarebbe stato chiuso: oggi non è più così, anche se il primo giorno della settimana gli interni restano visibili fino alle 14. Entrare alle 10 (in punto, thanks to the underground!) è una scelta giusta per goderne comodamente senza l'ansia della chiusura imminente. E senza mai trovarsi a sgomitare per avvicinarsi a ciò che si vuol vedere, come probabilmente invece accade in pomeriggi e weekend.


Emozioni raddoppiate. Grazie ai lavori, il museo ha più che raddoppiato gli spazi espositivi: da meno di 5mila a 10mila in tutto, spartiti nell'arco di quattro piani. Via ogni patina residua da ancien musée, tipica delle esposizioni archeologiche di datata fondazione: teche, vetrine, sculture e pannelli sono ben posizionati e illuminati. In più di una sala l'ampiezza degli spazi è vera complice nel dare la sensazione di grandezza, ovvero di trovarsi di fronte a qualcosa che ha inciso fortemente nella storia del pianeta. 




Il top. E' il caso, in particolare, dei due saloni finali con specchi, che alloggiano numerose statue di regnanti e divinità; della sala dedicata alla tomba di Kha e Merit, di quella di Nefertari, e di quella che alloggia la ricostruzione della Cappella di Maia. Reperti originali, fondali scenografici e supporti multimediali si offrono ai visitatori in una simbiosi davvero coinvolgente, magnificando qui il lavoro dello scenografo Dante Ferretti che ha coordinato tutto il restyling. Assistere sugli schermi alla ricostruzione delle scoperte archeologiche, o riuscire facilmente a capire come erano collocati sul posto gli originali esposti in sala: tutto ciò è qualcosa di estremamente affascinante per chiunque sia sensibile alla parola 'scavo'. L'area dedicata alla Cappella di Maia in particolare mi 'costringe' ad indugiarvi più volte, attratto sia dai particolare delle decorazioni trasferite sul posto che per l'accattivante dislocazione di tutti gli elementi nell'allestimento.




Le 'pecche'. Una visita impeccabile dunque? Non esattamente. Né le didascalie né gli smartphone-guida, inclusi nel prezzo del biglietto, sono differenziati per target: manca, in particolare, una versione che ne faciliti lettura e coinvolgimento da parte dei bambini (del tipo allestito solitamente a Palazzo Strozzi, per esempio), i quali sono un pubblico tutt'altro che marginale per questo tipo di museo. Sia per i piccoli che per i più grandi non farebbe scomodo qualche pannello di orientamento (o una piccola/pratica mappa manuale?) che aiuti a raccapezzarsi di quando in quando sul percorso fatto e su quello da fare.
Infine, in quattro piani di esposizione non si vede una piramide: dobbiamo scendere al bookshop per vederne e toccarne più di una, sotto forma di gadget. E' vero che i reperti qui esposti per lo più non arrivano da questo tipo di siti; ma la piramide è pur sempre l'edificio simbolo dell'Egitto: possibile che in tale e tanta scenografia non se potesse riprodurne una, in scala?

Detto questo, non fraintendiamoci: 13 euro di Museo Egizio (1 per gli under 14, zero per chi non va ancora a scuola) valgono decisamente la pena. Specialmente di lunedì mattina.