Un lunedì mattina nell'antico Egitto,
con ingresso dal centro di Torino? Possibile, oggi più che mai. Il
primo aprile 2015, dopo diversi anni di lavori in corso (senza che
ciò ne comportasse la chiusura) ha schiuso le porte al pubblico la
nuova versione del “ME”, il Museo Egizio di Torino: il secondo al
mondo – dopo quello de Il Cairo – per ampiezza e ricchezza di
collezione. Un evento per gli appassionati ma anche per il grande
pubblico,vista l'affluenza boom durante i giorni che hanno fatto
seguito al vernissage: entrandovi di prima mattina, qualche settimana
più tardi, dà l'idea di essere al cospetto del leone a riposo,
pronto a sfoderare gli 'artigli' in termini di accoglienza e gestione
dei flussi di persone quando questi si fanno ingenti, come
probabilmente è accaduto anche poche ore prima.
Il bello del lunedì. Ma oggi è
lunedì, mattina per di più: le vetrine del centro di Torino che
pigramente si aprono ad un bel sole d'aprile, e le persone che ci
precedono in fila alla biglietteria che per contarle bastan le dita
di una mano. In passato, l'indomani della domenica, questo museo –
come la gran parte degli altri – sarebbe stato chiuso: oggi non è
più così, anche se il primo giorno della settimana gli interni
restano visibili fino alle 14. Entrare alle 10 (in punto, thanks to
the underground!) è una scelta giusta per goderne comodamente senza
l'ansia della chiusura imminente. E senza mai trovarsi a sgomitare
per avvicinarsi a ciò che si vuol vedere, come probabilmente invece
accade in pomeriggi e weekend.
Emozioni raddoppiate. Grazie ai lavori,
il museo ha più che raddoppiato gli spazi espositivi: da meno di
5mila a 10mila in tutto, spartiti nell'arco di quattro piani. Via
ogni patina residua da ancien musée, tipica delle esposizioni
archeologiche di datata fondazione: teche, vetrine, sculture e
pannelli sono ben posizionati e illuminati. In più di una sala
l'ampiezza degli spazi è vera complice nel dare la sensazione di
grandezza, ovvero di trovarsi di fronte a qualcosa che ha inciso
fortemente nella storia del pianeta.
Il top. E' il caso, in particolare, dei
due saloni finali con specchi, che alloggiano numerose statue di
regnanti e divinità; della sala dedicata alla tomba di Kha e Merit,
di quella di Nefertari, e di quella che alloggia la ricostruzione
della Cappella di Maia. Reperti originali, fondali scenografici e
supporti multimediali si offrono ai visitatori in una simbiosi
davvero coinvolgente, magnificando qui il lavoro dello scenografo
Dante Ferretti che ha coordinato tutto il restyling. Assistere sugli
schermi alla ricostruzione delle scoperte archeologiche, o riuscire
facilmente a capire come erano collocati sul posto gli originali
esposti in sala: tutto ciò è qualcosa di estremamente affascinante
per chiunque sia sensibile alla parola 'scavo'. L'area dedicata alla Cappella di Maia in particolare mi 'costringe' ad indugiarvi più
volte, attratto sia dai particolare delle decorazioni trasferite sul
posto che per l'accattivante dislocazione di tutti gli elementi
nell'allestimento.
Le 'pecche'. Una visita impeccabile
dunque? Non esattamente. Né le didascalie né gli smartphone-guida,
inclusi nel prezzo del biglietto, sono differenziati per target:
manca, in particolare, una versione che ne faciliti lettura e
coinvolgimento da parte dei bambini (del tipo allestito solitamente a
Palazzo Strozzi, per esempio), i quali sono un pubblico tutt'altro
che marginale per questo tipo di museo. Sia per i piccoli che per i
più grandi non farebbe scomodo qualche pannello di orientamento (o
una piccola/pratica mappa manuale?) che aiuti a raccapezzarsi di
quando in quando sul percorso fatto e su quello da fare.
Infine, in quattro piani di esposizione
non si vede una piramide: dobbiamo scendere al bookshop per vederne e
toccarne più di una, sotto forma di gadget. E' vero che i reperti
qui esposti per lo più non arrivano da questo tipo di siti; ma la
piramide è pur sempre l'edificio simbolo dell'Egitto: possibile che
in tale e tanta scenografia non se potesse riprodurne una, in
scala?
Detto questo, non fraintendiamoci: 13
euro di Museo Egizio (1 per gli under 14, zero per chi non va ancora
a scuola) valgono decisamente la pena. Specialmente di lunedì
mattina.