mercoledì 23 marzo 2016

Limestre, a place to w.i.n.




Metti un posto tra colline e montagne toscane dove puoi portare i bambini a cavalcare, sguazzare in piscina, arrampicarsi...e magari lasciarli da soli, in mani fidate, anche per una settimana. Che sarà mai, potresti obiettare: non hai mai visto parchi divertimenti o villaggi vacanze? Certo che sì, a decine. Ma in quanti di questi a tuo figlio sarebbe concesso tutto questo se lui fosse affetto da sclerodermia, spina bifida o 'semplicemente' preda di un malaccio?



A DYNAMO CAMP SI'. Ovvero, in questo posto sulla montagna pistoiese che da nove anni è la nuova veste per l'appendice rurale (1200 ettari) di un'industria di lavorazione del rame. Da almeno 6 o 7 anni conoscevo l'esistenza, da 3 una volta all'anno ci son passato davanti. A un anno fa risale la prima testimonianza diretta di una persona di mia conoscenza. E l'arrivo della primavera di quest'anno mi ha portato anche l'occasione di toccare con mano, ma direi meglio con cuore. Uno stadio di conoscenza intermedio, non del tutto compiuto: forse mi fermerò qui, oppure chissà. Nel weekend in cui Dynamo ha aperto le porte a me e ad altri 160 (di ogni parte d'Italia e di ogni età, tra i 20 anni e gli oltre 50) i veri suoi protagonisti non c'erano. I campers (gli ospiti bambini) arriveranno a decine a partire da aprile, ripartiti in sessioni week end o settimanali. Stavolta c'erano solo gli aspiranti dynamici: volontari disposti a imparare e poi attuare uno specifico metodo organizzativo e di approccio alla persona, continuamente ondeggiante tra rigida disciplina e flessibilità improntata al buon senso, e al buon cuore.



LA SCIA DEGLI OCCHI DI GHIACCIO. Questo suggestivo habitat naturale con innesti di architettura razionalista è per certi versi un pezzo di States trapiantato in Toscana. il suo big bang fu Serious FunFoundation, il suo antenato Paul Newman nell'anno domini 1982. Seminatori in Italia l'imprenditore Enzo Manes, Serena Porcari, lo staff e i vari partner aggregati a partire dal 2007. E' a loro che si deve l'italian way of Dynamo: un mix di sogno americano, strategia del passa parola, visione profit e azione no-profit. Una vera impresa sociale (una delle 15 realmente attive oggi in Italia, secondo la Vicepresidente) che per nascere ha fatto leva sul fund raising piuttosto che sulle prebende statali; per crescere, sulla brand extension, il co-marketing, la declinazione di spazi e competenze in ambiti anche molto diversi (ma non antitetici) da quello originario. Tutto per rendere possibili vacanze “da sogno” (o addirittura, la scoperta di virtù sopite) ad un numero crescente di bambini (60 nel 2007, quasi 1300 l'anno scorso) che per i 'problemini' che si portan dietro altrimenti non potrebbero viverne. E invece: qui possono fare sport, sprigionare creatività artistica (affiancati a volte da tutor quotati alle aste internazionali), andare in onda su una vera radio. Soprattutto, possono condividere emozioni e stupori: con coetanei simili per sventure e voglia di vivere, con i genitori, i fratelli 'sani'. E con i volontari, alcuni dei quali diventati tali una volta maggiorenni, dopo aver vissuto l'esperienza da ospiti. 

 

Alcuni di questi erano tra noi. Noi, che sulla soglia della primavera 2016 abbiamo vissuto 51 ore di singolare “formazione”: un po' convention, un po' speed date, molto mettersi alla prova, tantissimo cibo per l'anima. E una messe di informazioni su come maneggiare quelle fragili perle che saranno i piccoli protagonisti del campo. Difficile raccontare queste due giornate; c'è chi l'ha fatto già meglio di me. E chi lo farà: potenzialmente, chiunque in buono stato di salute ed in grado di dedicare almeno due week end lunghi alla causa. Oppure, semplicemente di partecipare all'Open day in cui almeno una volta all'anno il camp si apre a tutti, bambini sani in primis. Magari sarà sufficiente per scoprire cos'è un “responsabile di casetta”, o come comportarsi se due bimbi emofiliaci si accapigliano per le carte Uno. Ma soprattutto, che WIN non è solo un verbo chiave nello slang americano. Piuttosto, un micidiale acronimo: “What Is Normal?”...