domenica 26 agosto 2012

Calabria 2012, decadenze e sopravvivenze

Agosto 2012, passaggio nella Calabria marginale: quella dei borghi che tornan vivi soprattutto d'agosto, dove non ci sono librerie, né pasticcerie, né radicamenti forti della criminalità organizzata. Tornare in questi luoghi per alcuni giorni, a distanza di un anno, non basta per andare a fondo nelle cose. Serve magari per annusare alcune tendenze generali. Spesso contraddittorie. L'aria di crisi che pervade la nazione è certo palpabile dietro gli usci assolati di questi paesi, dove le grandi tensioni arrivano fisiologicamente attutite. Paesi sempre più spopolati, peraltro, che a guardarne in panoramica le case messe in fila ti chiedi quante di quelle persiane chiuse si aprano almeno una volta durante l'anno. Sentori di decadenza che trovano rispondenza nelle località turistiche più a portata di mano, e nelle vicende d'attualità che in questo scorcio d'estate le caratterizzano. Lunedì 20 agosto, Catanzaro Lido: la civetta dei quotidiani fuori dalle edicole riporta le parole (“Il nostro mare è a posto”) con cui il Sindaco interviene nella coda polemica che da una settimana fa seguito alla diffusione dei dati di Goletta Verde relativi ai prelievi effettuati presso 26 punti di balneazione calabrese. Prima di lui, altre indispettite levate di scudi istituzionali avevano fatto da contraltare al pessimo quadro ricostruito da Legambiente. Eppure basta recarsi quella stessa mattina laddove il torrente della Fiumarella s'insinua nella spiaggia per poi buttarsi in mare, per rendersi conto della schiuma multicolore che accompagna quell'acqua. Basta notare la chiazza di...nonsisabenecosa che intorno a mezzogiorno fa evacuare (temporaneamente) tutti i bagnanti dei lidi di rimpetto all'Hotel Palace e dintorni. Basta leggere le testimonianze spontanee di cittadini che nei giorni seguenti accrediteranno il peggiorato quadro sui quotidiani locali con parole e persino foto (prima pagina del Quotidiano, 24 agosto). Per non dire delle voci su picchi di infezioni alle vie urinarie che si rincorrono sulle bocche di paese.

Basta tutto questo, forse, per ritenere verosimile l'analisi di chi trova (anche) in questa regione “apparati politici che alle critiche rispondono esattamente come farebbe un capo-zona, tentando di bersagliare gli uomini e le donne, non i contenuti” (Flavio Stasi). E allora tutto può sembrare che 'si tenga': la raccolta differenziata inesistente, le potenzialità inespresse di certi 'asset' del territorio o, appunto, la loro decadenza. Questo, più di ogni altro aggettivo, resta in testa dopo un giro nei villaggi della Sila piccola, dove invasive e altisonanti infrastrutture turistiche (Palumbo) sembrano ora in preda ad una bassa marea di visitatori e personale, con 'spiagge' di lago semincustodite, inservienti di seggiovia nervosi, teatri tenda disadorni e sportelli informativi chiusi. E se la mancata soppressione del tribunale diventa occasione per grandi feste di piazza con banchetti e musica (Lamezia), anziché motivo di preoccupazione, o se la serie A di calcio resta l'argomento preferito di conversazione, nonostante le ripetute nefandezze....tutto si tiene.

Detto questo, ci sono anche i segnali in direzione opposta, e le attenuanti. La prima, tra queste, è l'esser parte di una nazione che su un Frecciargento tra Roma e Napoli tollera bambini (e soprattutto, genitori) che guardano film d'azione su un video portatile a volume da multisala; una nazione che quasi sistematicamente, quando transiti in Campania, ti offre alla vista (ed all'olfatto) neri ed estesi fumi di roghi sopra distese di campi coltivati; che fa rispondere 'non ho il pos' a rinomati ristoratori di nord e sud, e non solo a quelli di Calabria; con buona pace della Gabbanelli, che sul Corsera invoca le carte di credito come arma totale contro l'evasione.

Che resta di controcorrente, ad agosto 2012, nella Calabria marginale? Un parco (quello della scuola Agraria a Catanzaro) che ancora non soffre i segni del tempo e dell'incuria, e resta uno spazio-perla per bambini, famiglie e chiunque abbia a cuore socialità e natura. Un altro parco (lo Scolacium, a Borgia) che ai pochi che finora lo conoscono e visitano (a costo zero, sin troppa grazia) offre vista e suggestioni rare, se si ama il mare, la storia, l'archeologia; e vien da chiedersi cosa ne sarà, se potrà esser sfruttato come si deve.

Resta, infine e nonostante tutto, una contraddittoria sensazione di vivacità. Quella commerciale, che negli ultimi mesi in un paese di nemmeno 4mila abitanti ha fatto aprire un bar e tre nuovi negozi di alimentari (in totale ora sono una decina, chissà tra un anno), alcuni fortemente caratterizzati su prodotti tipici d'alta qualità (salumi, formaggi, frutta, caffè..) ovvero su un altro di quei tesori mai davvero valorizzati ma tutt'ora intatti e pronti ad esserlo. E la vivacità d'animo che, pur stretti in mezzo a tanti terrorizzanti 'apparati', certi cittadini anche qui continuano a dimostrare. Con o senza targa che siano.